giovedì 27 settembre 2012

Aumentare la produttività e salvare le foreste? Muovendosi Agile!

di Stefano Marangoni


Spesso negli ultimi tempi abbiamo sentito dire che il PIL italiano va a picco. Altrettanto spesso ci sono state proposte soluzioni perlomeno discutibili, come ad esempio la riduzione delle festività: se c’è poco lavoro, a cosa serve essere alla propria scrivania a Ferragosto?
Il problema vero è casomai la scarsa produttività italiana, dovuta da una parte ad inefficienze, dall’altra a scarso stimolo dei dipendenti. Chiunque abbia lavorato in una Pubblica Amministrazione o in una grande azienda sa che si passa la maggior parte del proprio tempo a compilare documentazione, preparare report, chiedere autorizzazioni, lasciando alle attività tipiche della propria professione uno spazio residuale. È un problema non solo italiano, sia chiaro: l’enorme mole di documentazione richiesta in un progetto di una grande azienda o di una grande amministrazione pubblica è una caratteristica comune a tutte le società industriali avanzate. Nel nostro Paese però questa tendenza universale si associa ad una propensione tutta italica alle procedure barocche, che rende ancora più evidente (e paralizzante) il problema.
Come venirne fuori? Smettendola di pensare alle industrie come se fossero ancora quelle di 40 anni fa. E’ compito di Noi Giovani introdurre nuove metodologie lavorative, figlie dei nostri tempi.
In uno dei settori industriali più giovani, quello del software, questo problema è già stato affrontato. Era il 2001 ed un gruppo di guru dell’informatica si riunirono e scrissero quello che è passato alla Storia come Manifesto Agile [1]:
Stiamo scoprendo modi migliori di creare software,
sviluppandolo e aiutando gli altri a fare lo stesso.
Grazie a questa attività siamo arrivati a considerare importanti:
Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti
Il software funzionante più che la documentazione esaustiva
La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti
Rispondere al cambiamento più che seguire un piano
Ovvero, fermo restando il valore delle voci a destra,
consideriamo più importanti le voci a sinistra.
Da questo Manifesto sono state sviluppate diverse metodologie operative per lo sviluppo software, che una volta applicate hanno consentito una riduzione drastica dei tempi di consegna del software, oltre ad una maggiore soddisfazione del cliente.
Queste metodologie sono però pensate per il mondo dell’industria del Software e non possono essere prese ed utilizzate così come sono anche in altri ambiti. Questa obiezione, facile ed immediata, è alla base del lavoro di vari gruppi nel mondo per esportare queste metodologie in altri campi. Tra questi, il più importante ed interessante è sicuramente il gruppo di Wikispeed [2], guidato da Joe Justice.
È bene presentare il progetto Wikispeed con le parole usate dallo stesso Joe Justice in un’intervista al blogger italiano Simone Cicero [3]:
Wikispeed costruisce autovetture ultra efficienti e lo fa con cicli di sviluppo di sette giorni utilizzando metodologie Agili.
La manifattura tradizionale vive di cicli di sviluppo prodotto che vanno da 3 a 25 anni: questo significa che si può andare ad un concessionario Porsche e comprare una nuova Porsche 911, un auto che rappresenta il meglio che gli ingegneri Porsche ritenevano possibile 24 anni fa e, se continuiamo su questo esempio, Porsche ha recentemente annunciato che l’attuale Porsche 911 starà con noi per i prossimi 14 anni.
In Wikispeed puntiamo alla personalizzazione di massa, a uno sviluppo molto rapido e a tecnologie ed efficienze che non sono ancora esistenti, che sono pienamente gamechanging e non solo una evoluzione incrementale di tecnologie vecchie e talvolta già defunte.
Per fare questo dobbiamo iterare i cicli di sviluppo su sette giorni, che significa che possiamo cambiare ogni aspetto della vettura ogni sette giorni. Ciò è possibile attraverso la modularità: l’auto si divide in otto moduli che sono debolmente accoppiati in modo che si possa cambiare uno e non cambiare gli altri.
Wikispeed ha come missione quello di risolvere rapidamente i problemi per il bene sociale. Non ci limitiamo alle automobili: di recente ho tenuto una conferenza sui metodi per la distribuzione del vaccino per l’eradicazione della Polio; abbiamo lavorato con un gruppo di medici che sviluppa i centri per l’assistenza a basso costo e le comunità che possono alimentarli e su questo progetto abbiamo fatto un notevole lavoro con loro.

Il team Wikispeed, per sviluppare le proprie auto modulari, ha elaborato una evoluzione di una delle metodologie Agile ( la XP, Extreme Programming) e l’ha chiamata Extreme Manufacturing, XM.
Riprendendo un altro estratto dall’intervista di Simone a Joe Justice:

XM è la metodologia per consentire alle altre imprese di fare questo cambiamento alla stessa velocità di Wikispeed. XM è una metodologia agile: ci vogliono le migliori metodologie applicate dalle migliori squadre di svilippo software, estrapolate per renderle applicabili a tutti i settori.
In particolare stiamo applicando questi metodi alla ricerca e sviluppo, alla produzione fisica o all’ingegneria e pensiamo che una tale processo possa essere utilizzato anche per la finanza, le assicurazioni, l’energia, la legge, la gestione della comunità, l’edilizia residenziale e commerciale e anche altre imprese.
XM adotta tutte le best practice per la gestione dei team distribuiti, i principi dell’ingegneria e del design frugali e le applica al mondo fisico della manifattura.
Chiedere ad una Pubblica Amministrazione di uno Stato come l’Italia, o ad un grande gruppo industriale come Finmeccanica, di adottare delle metodologie che sono ancora in prima evoluzione è chiaramente una follia. Sarebbe bello però che un ministro si occupasse del tema della crescita del PIL affrontando di petto la scarsa produttività italiana con soluzioni innovative. Si potrebbero scegliere dei progetti pilota, in cui l’intera catena produttiva è sotto controllo dello Stato (ad esempio, la costruzione di un treno per Trenitalia commissionata ad Ansaldo Breda, gruppo Finmeccanica, in cui i sottosistemi del treno in questione vengono prodotti da altre società del gruppo Finmeccanica) e avviare su questi progetti una sperimentazione di nuovi metodi di lavoro, basati sul Manifesto Agile e sulle metodologie derivate da questo.  Gli aspetti che meglio funzionano in questi progetti, potrebbero poi essere adottati su larga scala in tutto il gruppo Finmeccanica, lasciando i metodi ancora da rodare ai progetti pilota. Poi si potrebbe passare da Finmeccanica alla Pubblica Amministrazione, portando anche in questa realtà le soluzioni meglio riuscite e già sperimentate. Così facendo, in un paio di anni potremmo passare dall’essere un Paese a scarsa produttività ad essere un esempio e un avanguardia per tutto il mondo.
Per chi non lo sapesse, Joe Justice sarà a Roma il 29 Settembre per parlare di Wikispeed e di metodologie Agili. Una delegazione di Noi Giovani (guidata dal sottoscritto) sarà presente. Secondo voi ci saranno altri movimenti politici?

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