di Stefano
Marangoni
Spesso negli ultimi tempi abbiamo sentito dire che il PIL italiano va a picco. Altrettanto spesso ci sono state proposte soluzioni perlomeno discutibili, come ad esempio la riduzione delle festività: se c’è poco lavoro, a cosa serve essere alla propria scrivania a Ferragosto?
Il problema vero è
casomai la scarsa produttività italiana, dovuta da una parte ad inefficienze,
dall’altra a scarso stimolo dei dipendenti. Chiunque abbia lavorato in una
Pubblica Amministrazione o in una grande azienda sa che si passa la maggior
parte del proprio tempo a compilare documentazione, preparare report, chiedere
autorizzazioni, lasciando alle attività tipiche della propria professione uno
spazio residuale. È un problema non solo italiano, sia chiaro: l’enorme mole di
documentazione richiesta in un progetto di una grande azienda o di una grande
amministrazione pubblica è una caratteristica comune a tutte le società
industriali avanzate. Nel nostro Paese però questa tendenza universale si
associa ad una propensione tutta italica alle procedure barocche, che rende
ancora più evidente (e paralizzante) il problema.
Come venirne fuori?
Smettendola di pensare alle industrie come se fossero ancora quelle di 40 anni
fa. E’ compito di Noi Giovani introdurre nuove metodologie lavorative, figlie
dei nostri tempi.
In uno dei settori
industriali più giovani, quello del software, questo problema è già stato
affrontato. Era il 2001 ed un gruppo di guru dell’informatica si riunirono e
scrissero quello che è passato alla Storia come Manifesto Agile [1]:
Stiamo scoprendo modi migliori di creare
software,
sviluppandolo e aiutando gli altri a fare lo stesso.
Grazie a questa attività siamo arrivati a considerare importanti:
sviluppandolo e aiutando gli altri a fare lo stesso.
Grazie a questa attività siamo arrivati a considerare importanti:
Gli individui e le interazioni più che i
processi e gli strumenti
Il software funzionante più che la documentazione esaustiva
La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti
Rispondere al cambiamento più che seguire un piano
Il software funzionante più che la documentazione esaustiva
La collaborazione col cliente più che la negoziazione dei contratti
Rispondere al cambiamento più che seguire un piano
Ovvero, fermo restando il valore delle
voci a destra,
consideriamo più importanti le voci a sinistra.
consideriamo più importanti le voci a sinistra.
Da questo Manifesto sono state sviluppate diverse metodologie operative
per lo sviluppo software, che una volta applicate hanno consentito una riduzione
drastica dei tempi di consegna del software, oltre ad una maggiore
soddisfazione del cliente.
Queste metodologie sono però pensate per il mondo dell’industria del
Software e non possono essere prese ed utilizzate così come sono anche in altri
ambiti. Questa obiezione, facile ed immediata, è alla base del lavoro di vari
gruppi nel mondo per esportare queste metodologie in altri campi. Tra questi,
il più importante ed interessante è sicuramente il gruppo di Wikispeed [2],
guidato da Joe Justice.
È bene presentare il progetto Wikispeed con le parole usate dallo stesso
Joe Justice in un’intervista al blogger italiano Simone Cicero [3]:
Wikispeed costruisce autovetture ultra
efficienti e lo fa con cicli di sviluppo di sette giorni utilizzando metodologie
Agili.
La manifattura tradizionale vive di
cicli di sviluppo prodotto che vanno da 3 a 25 anni: questo
significa che si può andare ad un concessionario Porsche e comprare una nuova
Porsche 911, un auto che rappresenta il meglio che gli ingegneri Porsche
ritenevano possibile 24 anni fa e,
se continuiamo su questo esempio, Porsche ha recentemente annunciato che
l’attuale Porsche 911 starà con noi per i prossimi 14 anni.
In Wikispeed puntiamo alla personalizzazione di massa, a
uno sviluppo molto rapido e
a tecnologie ed efficienze che non sono ancora esistenti, che sono
pienamente gamechanging e
non solo una evoluzione incrementale di tecnologie vecchie e talvolta già
defunte.
Per fare questo dobbiamo iterare i cicli
di sviluppo su sette giorni, che significa che possiamo cambiare ogni aspetto della vettura ogni
sette giorni. Ciò è possibile attraverso la modularità: l’auto si divide in
otto moduli che sono debolmente accoppiati in modo che si possa cambiare uno e
non cambiare gli altri.
Wikispeed ha come missione quello
di risolvere rapidamente i problemi per il bene sociale. Non ci
limitiamo alle automobili: di recente ho tenuto una conferenza sui metodi per
la distribuzione del vaccino per l’eradicazione della Polio; abbiamo lavorato
con un gruppo di medici che sviluppa i centri per l’assistenza a basso costo e
le comunità che possono alimentarli e su questo progetto abbiamo fatto un
notevole lavoro con loro.
Il team Wikispeed, per sviluppare le proprie auto modulari, ha elaborato
una evoluzione di una delle metodologie Agile ( la XP, Extreme Programming) e
l’ha chiamata Extreme Manufacturing, XM.
Riprendendo un altro estratto dall’intervista di Simone a Joe Justice:
XM è la metodologia per consentire alle altre imprese di fare
questo cambiamento alla stessa velocità di Wikispeed. XM è una metodologia
agile: ci vogliono le migliori metodologie applicate dalle migliori squadre di
svilippo software, estrapolate per renderle applicabili a tutti i settori.
In particolare stiamo applicando questi metodi alla ricerca e
sviluppo, alla produzione fisica o all’ingegneria e pensiamo che una tale
processo possa essere utilizzato anche per la finanza, le assicurazioni,
l’energia, la legge, la gestione della comunità, l’edilizia residenziale e
commerciale e anche altre imprese.
XM
adotta tutte le best practice per la gestione dei team distribuiti, i principi
dell’ingegneria e del design frugali e le applica al mondo fisico della
manifattura.
Chiedere ad una
Pubblica Amministrazione di uno Stato come l’Italia, o ad un grande gruppo
industriale come Finmeccanica, di adottare delle metodologie che sono ancora in
prima evoluzione è chiaramente una follia. Sarebbe bello però che un ministro
si occupasse del tema della crescita del PIL affrontando di petto la scarsa
produttività italiana con soluzioni innovative. Si potrebbero scegliere dei
progetti pilota, in cui l’intera catena produttiva è sotto controllo dello
Stato (ad esempio, la costruzione di un treno per Trenitalia commissionata ad
Ansaldo Breda, gruppo Finmeccanica, in cui i sottosistemi del treno in questione
vengono prodotti da altre società del gruppo Finmeccanica) e avviare su questi
progetti una sperimentazione di nuovi metodi di lavoro, basati sul Manifesto
Agile e sulle metodologie derivate da questo.
Gli aspetti che meglio funzionano in questi progetti, potrebbero poi
essere adottati su larga scala in tutto il gruppo Finmeccanica, lasciando i
metodi ancora da rodare ai progetti pilota. Poi si potrebbe passare da
Finmeccanica alla Pubblica Amministrazione, portando anche in questa realtà le
soluzioni meglio riuscite e già sperimentate. Così facendo, in un paio di anni
potremmo passare dall’essere un Paese a scarsa produttività ad essere un
esempio e un avanguardia per tutto il mondo.
Per chi non lo
sapesse, Joe Justice sarà a Roma il 29 Settembre per parlare di Wikispeed e di
metodologie Agili. Una delegazione di Noi Giovani (guidata dal sottoscritto)
sarà presente. Secondo voi ci saranno altri movimenti politici?
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