Il nostro Manifesto

Noi Giovani siamo il vero ammortizzatore sociale di questo Paese: su di noi sono state scaricate per troppo tempo le emergenze del presente. Una classe dirigente incapace di guardare a coloro che verranno dopo, a Noi Giovani, all’Italia di domani, è una classe dirigente incapace di dare futuro al Paese. 

L’Italia, come la quasi totalità dei paesi al mondo, finanzia il funzionamento della propria macchina statale contraendo un debito continuo – ovvero, scaricando su chi verrà dopo la responsabilità di ripagare i creditori. La stessa identica cosa è stata fatta con Noi Giovani: politiche sociali, economiche ed industriali vengono adottate con il mero orizzonte temporale della contingenza, per sanare emergenze, senza prenderne in considerazione il costo per le generazioni future. È stato così con le pensioni, con il mercato del lavoro, con l’istruzione. 

Incolpano la crisi, l’Europa, l’euro, i tempi che corrono. Dovrebbero incolpare loro stessi. Perché biasimarli? In fondo, hanno costruito un Paese a loro immagine e somiglianza: l’Italia È un paese per vecchi.

La classe dirigente politica più vecchia d’Europa non poteva comportarsi diversamente. È naturale per un 60enne fare politiche per persone che guardano ormai alla ‘seconda’ parte della loro vita. Oggi, la Seconda Repubblica è in fase di decomposizione e i politici italiani, per prepararsi allo smottamento che avverrà con l’arrivo della Terza, hanno iniziato a riempirsi la bocca con parole come cambiamento, nuova classe dirigente, ricambio generazionale: in una parola, ‘giovani’. Ma si può davvero credere che chi ha detenuto saldamente il potere amministrandolo in modo disastroso negli ultimi vent’anni si faccia da parte, lasciando tutto in mano ad altri? È più probabile che questi appelli al ‘nuovo’ siano un mero tentativo di rifarsi la verginità.


Si è mai visto un giovane in politica nel nostro Paese? Uno che la faccia davvero, uno che proponga e decida? In Italia, a 40-50 anni si è ancora considerati politicamente degli esordienti. 
Negli Stati Uniti c’è un presidente che, se rieletto, a 55 anni avrà portato a termine il suo secondo mandato. In Gran Bretagna, David Cameron è diventato Primo Ministro a 43 anni; quando ha vinto le sue prime elezioni, Tony Blair di anni ne aveva 44. In Danimarca, addirittura, nel 2011 è stato nominato un Ministro delle Finanze di 26 anni. In Italia gli ultimi tre Presidenti della Repubblica sono stati eletti a 73 anni (Scalfaro), 78 anni (Ciampi) e 80 anni (Napolitano). Lo stesso si può dire degli ultimi tre Premier: Prodi nel 2006 aveva 66 anni, Berlusconi nel 2008 ne aveva 71, Monti si è insediato a 68 anni. L’età media dei suoi Ministri è di 64 anni e il più “giovane” di loro è Patroni Griffi, che ne ha 56. 
Le ultime elezioni amministrative hanno lanciato segnali inquietanti all’attuale classe dirigente, che probabilmente risponderà alla sfida delle elezioni del 2013 sfoggiando un ‘giovanilismo’ che poco o nulla ha davvero a che fare con le reali esigenze, bisogni e aspirazioni di Noi Giovani. 
Basta dare un’occhiata a ciò che offre oggi la piazza. Nel centrodestra, il PDL può sbandierare il più giovane segretario di partito del paese. Ma, oltre ad essere sulla via del commissariamento, il 42enne Angelino Alfano non ha mai avuto – né mai avrà – una vera autonomia politica rispetto a Berlusconi. Il PDL era e resta un partito smaccatamente gerontocratico. 
A sinistra le cose non vanno meglio: Pierluigi Bersani ha 61 anni e la classe dirigente del PD, nonostante i vari cambi di nome del partito, è la stessa da quasi trent’anni. I più ‘giovani’ vengono mandati al Parlamento Europeo, dove ‘si fanno le ossa’ e, soprattutto, non danno troppo fastidio. L’IDV è il partito più conservatore d’Italia, con alla testa un leader di 61 anni e SEL, il partito che dovrebbe rappresentare i progressisti, è guidato da un 53enne che da anni cerca di acquisire uno spessore nazionale senza riuscirci. 
E il nuovo che avanza? Beppe Grillo di anni ne ha 64. Sicuramente gli eletti del Movimento 5 Stelle rappresentano l’offerta politica più ‘giovane’ a disposizione nel nostro Paese, ma si tratta dell’ennesimo movimento generalista, che solo all’apparenza affronta i problemi dell’Italia in modo innovativo. Il Movimento 5 Stelle vuole rappresentare gli interessi di questa o quella comunità locale; Noi Giovani vogliamo invece rappresentare gli interessi di una intera generazione, che oggi è schiacciata dal peso delle scelte sbagliate compiute dalle generazioni precedenti e della mancanza di rappresentanza dei suoi bisogni. 
Così, all’alba di un nuovo terremoto per la politica italiana, mentre la vecchia classe dirigente sventola la bandiera del ‘giovanilismo’ solo perché ‘giovane’ è la nuova parola d’ordine del sistema, Noi Giovani, quelli veri, rischiamo di ritrovarci ancora una volta senza rappresentanza, fuori dal Parlamento e dal governo, privati della possibilità di essere noi stessi in prima persona a prendere le decisioni che segneranno il futuro del Paese. Il nostro futuro, non certamente quello di chi oggi ha 70 anni e pretende di decidere come sarà l’Italia del 2030!

Noi Giovani dobbiamo smettere di delegare la rappresentanza dei nostri interessi e delle nostre esigenze a chi ha dimostrato di non saperli gestire. Il vero conflitto di interessi, quello di cui nessun politico parla perché tutti i politici oggi ne sono affetti, è quello generazionale. I nostri governanti di oggi sono tutti, a pieno titolo, nella seconda o nella terza età. Anche se in buona fede, essi saranno sempre portati a tutelare più gli interessi dei loro coetanei che quelli delle nuove generazioni. 

Per questo, Noi Giovani dobbiamo occuparci personalmente di ciò che ci sta più a cuore: dobbiamo riprendere in mano direttamente il nostro presente e determinare il nostro futuro! 

Da questa presa di coscienza nasce Noi Giovani. L’idea è quella di creare un movimento, non caratterizzato ideologicamente, che rappresenti tutti i giovani nella loro trasversalità, nelle loro differenze d’opinione e nei loro interessi. Che porti avanti un’agenda essenziale ma diretta ed efficace: proposte in ambito economico, sociale, civile ed educativo che svecchino questo Paese e concentrino investimenti e risorse su chi ha ancora la maggior parte della propria vita di fronte, liberandone le energie. Lo scopo è di fare dell’Italia un paese per giovani, dove chi ha un minimo di ambizione – personale, familiare, economica – non debba mettersi in coda per cercare una raccomandazione presso il dinosauro di turno o preparare le valigie e trasferirsi all’estero. È ormai chiaro a tutti noi quanto sia inutile delegare a chi giovane non lo è più la realizzazione dei nostri sogni. Noi Giovani non solo vogliamo rappresentarci direttamente, essere la lobby, il sindacato, il partito di noi stessi, ma siamo anche convinti di essere gli unici, in questo momento storico, a poter interpretare il cambiamento di cui l’Italia ha assoluta necessità. La nostra ambizione è quella di imporre nella politica italiana una nuova agenda, che abbia al centro la vera questione del paese, quella generazionale, e di portare all’interno delle istituzioni chi fino a ora è rimasto senza voce. 

Noi Giovani siamo l’ultima speranza di un Paese in crisi. Siamo quello di cui l’Italia ha bisogno.

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